giovedì 30 aprile 2015

Io sto con
don Camillo


La notizia per la verità risale alla prima settimana di aprile e, se non vado errato, salvo un piccolo settimanale agrigentino, la cosiddetta stampa che conta non vi ha neppure minimamente accennato nelle sue pagine.
Qual’è allora la notizia?
Una famiglia siciliana di quattro persone, padre, madre, una figlia diciottenne ed un ragazzo di quindici anni, è stata sfrattata dalla sua abitazione, due stanze, perché non più in grado di pagare quel miserabile affitto di duecentocinquanta euro mensili. Per sua fortuna  - si fa per dire – il capofamiglia è riuscito a rimediare un alloggio  presso una parrocchia ma dopo quindici giorni è stato costretto a lasciarlo perché secondo il parroco: “io prendo dall’amministrazione trentacinque euro al giorno per affittare un posto letto agli extracomunitari  e non posso quindi regalarlo!”.
Al di là di ogni commento sulla carità cristiana, che lascio ad altri, la frase di quel parroco mi fa venire in mente la figura di don Camillo (ve lo ricordate?) che dialogava con il Crocifisso e litigava con Peppone, ma non avrebbe mai respinto quattro poveracci senza un tetto sulla testa.
O no!

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