venerdì 26 settembre 2014

Sia occhio
per occhio


Come è noto uno dei più accreditati aforismi mussulmani recita: “occhio per occhio, dente per dente”.
Si tratta in pratica di un detto che giustifica la punizione del colpevole nella stessa misura in cui viene commesso il reato scatenante.
Giusto!
Allora contro l’Isis l’occidente deve mettere in pratica la stessa teoria: se violenti io ti violento, se rapisci io ti rapisco, se uccidi io ti uccido.
Sono stati proprio loro i terroristi dell’Isis ad aver  inaugurato questa politica e con buona pace del mio amico StefanoditomassiLeoneespressivoPorcellinoincazzato, noi dobbiamo rispondere con le stesse modalità e gli stessi sistemi.
Non saremo per questo dei guerrafondai ma semplicemente non siamo dei coglioni!

venerdì 19 settembre 2014

Aumma
aumma
Umma
Umma


Aumma aumma è una espressione del dialetto napoletano per indicare un comportamento furtivo.
Un esempio: “aumma aumma mi sono intascato i 100 euro che mio fratello aveva lasciato sul tavolo”. Oppure: aumma aumma abbiamo lasciato quella riunione dove morivamo di noia.
Umma è invece una espressione araba usata per indicare l’unione di tutti i fedeli islamici sotto un’unica bandiera o meglio un unico Stato.
Aumma aumma può considerarsi una sorta di gioco, la umma invece non lo è.
Anzi mentre aumma aumma è soltanto spesso il comportamento di un poveraccio, l’umma di poveraccio non ha niente: per favorire questa pseudo unione infatti non esita a decapitare giornalisti ed operatori umanitari, ad uccidere persone innocenti con attentati nei luoghi più affollati ed esposti, ad ingrossare le sue fila di fanatici delinquenti peggiori di quelli che li comandano.
Insomma basta una “a” di differenza, una “a” più o meno aggiunta, ad etichettare due comportamenti completamente diversi.

venerdì 12 settembre 2014

Leone
espressivo
o porcellino
incazzato?


Il mio amico Stefano Di Tomassi, che su Facebook si firma Leone Espressivo,  mi taccia, a proposito del servizio di apertura della scorsa settimana de la Gazzetta, dal titolo “Pericolo Islam”,  - almeno come mi hanno riferito alcuni miei collaboratori che si dilettano a leggere le note altrui su Facebook, perché io me ne guardo bene - di essere un esempio di informazione irrespon- sabile suggerendomi più che “pericolo Islam” di aver dovuto intitolare il servizio  “Pericolo mediatico e Pericolo intellettuale”.
“È gravissimo - mi scrive il buon Leone Espressivo - che i media e gli intellettuali si alleino in queste pericolosissime dinamiche che seminano pregiudizio e intolleranza. Sia chiaro che gli intellettuali hanno da sempre causato le guerre più brutali perché  sia chiaro che intellettuale accademico non è sinonimo di intelligente persona”.
A questo punto devo dire che più che un Leone Espressivo a me Di Tomassi pare più un “Porcellino Incazzato”.
A prescindere che non è vero, come scrive, che “gli intellettuali hanno provocato le guerre più brutali” - gli ricordo solo che Adolf Hitler era un imbrattatele austriaco, Benito Mussolini, un maestro elementare romagnolo e Joseph Stalin un agricoltore georgiano fallito – a me non sembra proprio il caso di contestare in modo così accidioso un testo, peraltro scritto da una delle studiose italiane più note di cultura islamica, come la prof.ssa Francesca Blasi de La Sapienza. La quale - sia detto per inciso - potrebbe insegnare molto in fatto di islamismo sia a me che a lui.
Oltretutto non ho la presunzione di ritenermi un intellettuale ed anche per quanto riguarda la mia qualifica di media sono soltanto uno dei circa diecimila giornalisti professionisti che cercano di fare in modo corretto il loro lavoro.
Un consiglio allora vorrei dare al mio amico Di Tomassi: si leggesse con più attenzione sia il pezzo della prof.ssa Blasi, che gli articoli di Oriana Fallaci sul Medio Oriente, che le cronache dei giornali riguardanti i suoi “amici” islamici con particolare attenzione alle decapitazioni.
Hai visto mai…

venerdì 5 settembre 2014

Siamo
in guerra


Siamo in guerra: da una parte l’occidente dall’altra l’Islam.
Siamo in guerra noi cristiani contro loro musulmani.
Siamo in guerra anche se non c’è stata una dichiarazione di belligeranza né una formale consegna diplomatica dell’atto.
Siamo in guerra anche se molti occidentali sembrano non accorgersene e liquidano troppo frettolosamente il terrorismo islamico come un attacco alla cultura, alla religione e alla stabilità dell’occidente.
Ma questo non è vero: siamo in guerra dove si contano morti e feriti e pochi prigionieri, questi ultimi soprattutto da parte nostra.
Siamo in guerra con loro che si infiltrano e noi che li respingiamo.
Siamo in guerra e sarà una guerra lunga e sanguinosa e dagli esiti incerti.