venerdì 28 dicembre 2012



La stima? Una 
questione di 
opportunità


L’ ho già scritto per il passato, per quanto può valere, e lo ripeto oggi.
A me Daniele Capezzone ieri ex radicale della Rosa nel pugno, oggi cassa di risonanza, sciocco e servile, di un Berlusconi al quale tutto sommato credo faccia più bene che male, non piace.
Capezzone non mi piaceva allora, me lo ricordo bene avendo assistito ad alcune sue conferenze stampa,  quando farfugliava di Ernesto Nathan, sindaco di Roma dal 1907 al 1913, ebreo, mazziniano e massone, senza capirne lo spirito politico, anzi addirittura rivoltandolo, non mi piace oggi che non perde occasione di fornire la sua personalissima interpretazione di trombone sfiatato per una difesa del cavaliere il più delle volte inopportuna, controproducente, e presumo, neppure richiesta.
Un esempio? Apprendo da alcuni giornali che Capezzone lodando l’intervento di Berlusconi a “Domenica In” di qualche settimana fa, lo abbia definito “un modello incomparabile, unico al mondo. di far politica…”. Peccato che solo qualche anno prima, se non ricordo male nel 2006 o 2007, avesse definito lo stesso Berlusconi, dopo una sua apparizione sempre sulla Tv di Stato, e sempre sugli stessi temi, “lo sciancato di Arcore…”.
Credo allora si tratti di una questione di stima.
Credo anche  che la stima non sia un pannicello caldo da utilizzare quando si è malati ma una questione di opportunità sempre reciproca e sempre basata su fatti e sui comportamenti.
Ecco è proprio questa opportunità allora, o se volete mancata opportunità, che non me lo fa piacere.

venerdì 21 dicembre 2012



Innanzitutto
un grazie…

E’ Natale siamo tutti, o almeno crediamo di esserlo, più buoni.
Perciò questa settimana lasciamo da parte le polemiche, i commenti sgraditi, le “tiratine d’orecchi”, i “redde rationem”, le contestazioni, e utilizziamo questo “fondo” solo per ringraziare tutti indistintamente.
Innanzitutto un mio lettore di Fiumicino, il signor Alfonso Perrella, del quale pubblico a pag. 23  la lettera che ha voluto inviarmi, e nella quale, bontà sua, mi attribuisce meriti che non ho, e, sul piano deontologico, mi riempie di una enorme soddisfazione.
Non chiedetemi se avessi pubblicato qualcosa anche se mi avesse definito un cretino integrale. Mi piace pensare, a difesa della mia onestà intellettuale, che lo avrei fatto!
Comunque grazie, signor Perrella, per le sue belle parole.
Devo anche ringraziare i miei tanti lettori anonimi, sono centinaia, forse migliaia, che non conosco: grazie anche a loro però, che ogni settimana vanno ad acquistarlo, questo settimanale va avanti ed ogni sabato è puntualmente presente in edicola.
Acquistandoci confermano ciò che ho sempre pensato: un territorio per definirsi veramente tale ha bisogno di un suo organo di informazione, libero, indipendente, onesto e non condizionato.
Non posso dimenticare poi gli inserzionisti: pagano poco e mi auguro ricevano tanto. Ma per noi pagano tantissimo e da loro riceviamo quelle economie che ci consentono di sopravvivere.
Non posso e non potrò dimenticarlo.
Infine un grazie, gigantesco, a quanti concorrono con il loro quotidiano lavoro, a che la Gazzetta viva: dai colleghi giornalisti, ai collaboratori, dai grafici, agli addetti alla ricerca della pubblicità, ai distributori, ai tipografi.
Ricordo con emozione quando molti anni fa,  io giovane inviato di un quotidiano all’ultimo comizio di Luciano Lama, ascoltai l’ex segretario della Cgil rivolgersi alla piazza che lo applaudiva, con queste parole: “non vi dico nulla ma vi porto tutti nel mio cuore!”
Buon Natale

venerdì 7 dicembre 2012

Così non
può andare
avanti!

Chi ha la bontà di leggermi settimanalmente in questi miei commenti ricorderà certamente che un paio di edizioni fa mi ponevo l’interrogativo se approvare o meno l’operato del governo Monti.
Questa settimana mi è stata data l’occasione di leggere alcuni atti parlamentari in materia di riforme del lavoro e di pensioni oltre ad interessante studio sul codice penale americano ed ho sciolto la riserva: per quello che vale ovviamente il mio giudizio, a me questo governo non piace.
Ci vorrebbe una intera edizione de “La Gazzetta del Litorale” per approfondire il mio giudizio negativo e credo che forse ai miei lettori non interesserebbe neppure entrare nei dettagli.
Fatto sta che mi sto convincendo sempre più che questo Governo ha fatto poco per chi non ha, lasciando intatti i privilegi di quanti invece hanno. Forse anche troppo. Mascherando tutto sotto la promessa di una ripresa che non vedo, se si esclude l’abbassamento dello spread ( ma siamo sicuri che non è fisiologico?). Non vedo ad esempio più lavoro, non vedo più eque pensioni, non vedo un futuro migliore per i giovani e per quanti ogni giorno combattono per arrivare a sera.
Sono rimasto sconvolto dalla morte per troppo lavoro, come hanno refertato i medici, di quella povera donna a Termini: lavorava dalle 4 di mattina alle 9 di sera per 800 euro. Lo Stato, in questi come in altri casi però, apprende tutto ciò dalle cronache dei giornali o quando succede una disgrazia.  Prima è ignorante nel senso che ignora.
E allora caro il mio professore della Bocconi così non va! Manca una vera politica sociale quella che non tollera privilegi ma pretende il rispetto dei diritti per malati, anziani, lavoratori. Manca la tutela delle fasce sociali più deboli, penso ai pensionati a 500 euro mensili, agli esodati, senza lavoro e senza pensioni, a chi è costretto a pagare l’IMU anche se quelle quattro mura se l’è già pagate abbastanza. Manca il rispetto per l’uomo, inteso come essere umano. Penso ai vari Fiorito, Lusi, Penati, Formigoni ed ai loro amici, o sarebbe meglio dire complici, ed a migliaia di altri come loro che arraffano alle nostre spalle tanto la bella vita l’hanno fatta, in galera ci staranno solo qualche anno e se la caveranno restituendo una cifra irrisoria rispetto a quanto hanno preso. Sapete che negli Stati Uniti chi emette un assegno scoperto anche di poche migliaia di dollari rischia fino a quindici anni di carcere? Sapete che negli Stati Uniti chi evade le tasse può addirittura beccarsi venti anni di prigione? Sapete infine che un senatore del Congresso per il solo sospetto di non aver operato nell’interesse dei suoi elettori o, meglio ancora, contro le decisioni dell’Amministrazione, viene mandato a casa senza tanti fronzoli.
E qui stiamo ancora a discutere della Fornero!