venerdì 29 agosto 2014

Se il padre
poi gli spara
gli vogliamo
dare torto?


Il resoconto della notizia di cronaca riferita a questo commento, i lettori lo troveranno in apertura a pag. 11 di questa edizione.
Riassumo: un bulgaro completamente ubriaco al volante della sua auto, due mesi fa uccide sul colpo un bambino di appena tre anni, che attraversava la strada tra l’altro sulle strisce pedonali , trascinandone il corpo per oltre ottanta metri. Non solo ma poi si dà alla fuga senza prestare soccorso al bimbo e nega con una emerita faccia di bronzo ai poliziotti che lo avevano individuato che fosse lui il colpevole dell’incidente, cercando oltretutto di far scomparire dalla carrozzeria della sua auto, ogni traccia del tragico impatto.
Il suo avvocato,  che evidentemente conosce bene le astuzie e le scappatoie del codice penale, è riuscito però ad ottenere per questo suo cliente la scarcerazione e il beneficio degli arresti domiciliari.
Sono talmente schifato che non faccio commenti né sull’avvocato che evidentemente fa (bene) il suo lavoro né sul giudice che altrettanto evidentemente applica (male) la legge, almeno con eccessiva manica larga.
Solo una considerazione: se il papà di Jonathan adesso sparasse in bocca a quel delinquente che era al volante, il giudice che ha firmato il provvedimento dei domiciliari si dimostrerebbe con lui così comprensivo come avvenuto per il bulgaro che ha ammazzato quel bambino?

venerdì 22 agosto 2014

Perdiamo
il pelo
ma non
il vizio


Che dire?
Dopo neppure una settimana di strameritate ferie, La Gazzetta del Litorale torna in edicola con qualche piccolo, e speriamo gradito, ritocco grafico, un incremento dei servizi pubblicati, qualche collaboratore in più.
Quello che invece non abbiamo voluto ritoccare è il prezzo di acquisto di questo settimanale che rimane ancorato ai 50 centesimi di euro perché crediamo fermamente che un organo di informazione, quale che sia la sua periodicità e costi tipografici e gestionali a parte, cioè sopportabili, non può e non deve costituire un aggravio nelle tasche dei lettori.
Piuttosto proporsi come un costante punto di riferimento così da unire la specificità delle notizie ad un costo accessibile per conoscerle.
Insomma in questa ripresa di lavoro abbiamo voluto riconfermare quella che è la nostra principale caratteristica: perdiamo il pelo ma non il vizio di fornire a costi contenuti e con personale qualificato una informazione che speriamo sempre esauriente ed utile ai cittadini.

venerdì 8 agosto 2014

Ditemi
che non
è vero!


Come potete leggere a pag. 15 di questa edizione, più specificatamente nella pagina degli “Esteri”, l’ ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Daniele Mancini ha inoltrato alla Farnesina, il  nostro Ministero degli Esteri, una nota  - spese   per un rimborso di 400 euro da lui sborsati per far pitturare una balaustra della sua faraonica villa, a suo dire, rovinata dai nostri due fucilieri di marina, Girone e Latorre, che avrebbero attaccato un filo per far asciugare i loro indumenti.
Giuro che la notizia per quanto possa sembrare incredibile è vera!
Per la cronaca il sig. Daniele Mancini, che pare goda della sponsorizzazione dell’ex ministro Corrado Passera, non è proprio un indigente: guadagna infatti, poco più poco meno, 20 mila euro mensili; i nostri fucilieri da due anni vivono praticamente prigionieri in India ostaggi di un governo il cui obiettivo non si sa bene qual sia ma sicuramente non è quello di amministrare la giustizia, il nostro venale ambasciatore, da quello che ho letto, sarebbe uno dei maggiori indiziati di questa “prigionia”, uno in quanto ha brigato perché i due fucilieri tornassero in India, due  perché non ha fatto nulla per imporre le tesi italiane a Nuova Delhi e quello che ha fatto lo ha sbagliato in pieno, tre, e lo dico con la più ampia facoltà di querela da parte del nostro ambasciatore, casomai leggesse questo pezzo, a mio giudizio il sig. Daniele Mancini è uno speculatore della peggior specie, per non dire qualcos’altro, volendo lucrare sullo  Stato Italiano.

venerdì 1 agosto 2014

La lettera
della cantante 

israeliana Noa

Questo il testo della lettera della cantante israeliana Noa che l’artista ha pubblicato sul suo blog e per la quale è stata annunciata la cancellazione del suo concerto già programmato a Milano il prossimo 27 ottobre al Teatro Manzoni organizzato dall’associazione Adei - Wizo - Donne Ebree d’Italia.
La motivazione risiederebbe nelle posizioni estremamente critiche di Noa nei confronti del governo Israeliano che l’artista ha liberamente espresso in una lettera aperta per cui l'Associazione ha deciso di annullare il live con questa motivazione: "Siamo costrette  ad annullare la serata prevista il 27 ottobre p.v. a Milano, a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Noa alla stampa riguardanti il difficilissimo momento di guerra nel Medio Oriente"
Un ostracismo in piena regola che all'alba del 2014 di fronte alle continue morti che si stanno mietendo in questi giorni nei territori israeliani ha veramente dell'incredibile. La volontà di una cittadina israeliana, di una donna ,di un'artista, di affermare il diritto alla Pace in territori da sempre dilanianti da conflitti estenuanti non può essere motivo di imbavagliamento a quel linguaggio universale che si chiama musica.
Questi allora perché i lettori ne abbiano conoscenza i contenuti della lettera aperta di Noa.
“Ci sono soltanto due parti in questo conflitto, ma non sono Israeliani e Palestinesi, Ebrei ed Arabi. Sono i moderati e gli estremisti. Io appartengo ai moderati, ovunque essi siano. Loro sono la mia fazione. E questa fazione ha bisogno di unirsi! Sono terrorizzata, angosciata, depressa, frustrata e arrabbiata… Ogni ondata di emozioni si confronta con l’altra per il dominio del mio cuore e della mia mente. Nessuna prevale e io affondo in quell’oceano ribollente che è fatto da tutte loro combinate insieme. C’è un’allerta-missile ogni ora, da qualche parte vicino casa mia. A Tel Aviv è anche peggio”. Ho voglia di prendere la testa tra le mani e scomparire, sulla Luna, se possibile quando leggo i sermoni dei rabbini Ginsburg e Lior, che parlano della morte romantica e dell’omicidio nel nome di Dio. O quando leggo le incredibili parole di razzismo scritte da alcuni miei connazionali, le urla di gioia quando i bambini palestinesi vengono uccisi, il disprezzo per la vita umana.
Il fatto che abbiamo la stessa fede religiosa e lo stesso passaporto per me non vuol dire nulla. Io non ho niente a che fare con certa gente. Allo stesso modo, anche gli estremisti dell’altra parte sono miei acerrimi nemici. Ma la loro ira non è soltanto diretta verso di me, ma anche verso i moderati della loro stessa società; il che fa di noi fratelli in armi! Proprio come esorto gli Arabi moderati, ovunque essi siano, a fare tutto ciò che è in loro potere per respingere l’estremismo, non ho alcuna intenzione di chiudere gli occhi dinanzi alle responsabilità nostre per il fallimento in atto. Il governo guidato da Netanyahu ha fatto ogni cosa in suo potere  per reprimere ogni intervento di riconciliazione. Ha indebolito e insultato Abu Mazen, leader della più moderata OLP, che ha più volte ribadito di essere interessato alla pace. Quando Abu Mazen ha fatto quelle dichiarazioni sull’olocausto, chiamandolo la più immane tragedia nella storia umana, lo hanno deriso e liquidato senza dargli peso. Non hanno rispettato gli accordi che essi stessi hanno firmato. Se ci rifiutiamo di riconoscere i diritti di entrambe le parti e di farci carico dei nostri obblighi, se ciascuno di noi rimane aggrappato alla propria versione, con disprezzo e sprezzo di quella dell’altro, se continuiamo a preferire le spade alle parole, se santifichiamo la terra e non le vite dei nostri figli, saremo presto tutti costretti a cercare una colonia sulla Luna, perché la nostra terra sarà così zuppa di sangue e così intasata di lapidi che non vi resterà più niente per vivere. Io ho scritto le parole che seguono e le ho cantate insieme alla mia amica Mira Awad. Oggi sono più vere che mai: ‘Quando piango, piango per tutti e due. Il mio dolore non ha nome. Quando piango, piango rivolta al cielo spietato e dico: Dev’esserci un’altra via’”.

NB: Checchè ne dica qualche imbecille con il quale mi è capitato di polemizzare in queste settimane io non sono “un guerrafondaio”. Condivido in pieno ogni parola scritta da Noa e mi rammarico solo di non conoscerla di persona per esprimerle a voce tutta la stima che credo meriti.