venerdì 29 giugno 2012

E adesso
facciamo
i conti

Fossi, ma evidentemente non lo sono, il direttore di “Bild Zeitung” uno dei più diffusi quotidiani tedeschi con le sue quasi tre milioni di copie giornaliere vendute, questa mattina avrei preso dei duri provvedimenti disciplinari nei confronti del titolista e del Redattore Capo, che all’indomani della vittoria dell’Italia contro l’Inghilterra ed in previsione dello scontro con la Germania avevano un po’ troppo presuntuosamente titolato in prima pagina, con tanto di foto dell’Italia: “E adesso facciamo i conti”.
E’ buona regola nella nostra professione infatti, e l’ esperienza me lo ha confermato, che non è mai opportuno prestare il fianco a previsioni che poi potrebbero essere smentite dai fatti provocando, quando va bene, la sottile ironia di chi si è visto svillaneggiato, e quando va male, l’irata risposta che è lecito attendersi.
Ieri sera, giovedì, l’Italia ha impartito una lezione di calcio ai tedeschi, su un campo infame e malgrado le 48 ore in meno di riposo rispetto a Gomez e compagni. Una lezione di calcio inequivocabile, che non lascia adito a dubbi e punisce la prosopopea tutta teutonica di ritenersi, come recita il suo inno nazionale “uber alles” e cioè “sopra tutto”.
Adesso sarebbe facile, pur nella nostra modestia di settimanale, fare dell’ironia su “quell’adesso facciamo i conti”, sottolineare che i conti sono stati fatti e nel computo del dare e dell’avere il bilancio non è certamente a favore dei “bianchi” teutonici. Sarebbe facile ma commetteremmo quell’errore di presunzione in cui è incappato il “Bild”  e chissà un domani in una ipotetica rivincita…
Allora congediamoci dagli amici tedeschi con un più sportivo “alla prossima” perché il calcio, ma tutti gli sport, sono solo un grande momento di festa e non possono essere presi a pretesto di bieche rivalse.

venerdì 22 giugno 2012

Regalasi
manuale di
Monsignor
Della Casa

Giovanni Della Casa, più conosciuto come Monsignor Della Casa, nacque a Borgo San Lorenzo, il28 luglio 1503  e morì a  Roma il 14 novembre 1556.  Religioso eletterato è noto soprattutto per aver scritto un manuale di belle maniere, Galateo overo de' costumi, che fin dalla pubblicazione godette di un grandissimo successo. Una sorta, se volete, di Bignami della buona educazione, dove sono condensate le regole principali per non passare da “peracottaro”.
Detto questo, martedì 19 Giugno un tale Aldo Papalini, persona a me totalmente sconosciuta ma mi dicono facente parte dell’ufficio tecnico del XIII Municipio, ha fatto attendere per oltre un’ora, senza poi comunque presentarsi, una delegazione composta da due privati cittadini, un Presidente di Comitato di Quartiere, il collega Mirko Polisano, responsabile stampa del nostro Municipio, un rappresentante di questo settimanale, e perfino il vice Presidente del XIII Municipio, Renzo Pallotta, lì convenuti per un incontro,  fissato peraltro proprio da questo tale Papalini, che avrebbe dovuto riguardare l’esame connesso alla situazione dell’insediamento, e dismissione diciamo noi,  di un’antenna di telefonia a Piazza Sagona. Antenna, lo dico per inciso, che sta aggravando il già precario stato di salute di centinaia di cittadini che vivono in quell’area.
Ebbene Papalini non solo non si è fatto vedere, ma non ha neppure preavvisato una disdetta o spostamento dell’appuntamento, non ha risposto ai solleciti tramite cellulare inoltratigli da una collaboratrice della segreteria, non ha ritenuto di scusarsi, né dopo né ancora dopo, di non aver rispettato l’appuntamento.
Insomma roba da far inorridire il nostro sopracitato Monsignore.
A parte che questo tale Papalini è un dipendente comunale e perciò pagato con i soldi dei cittadini tutti, a parte che questo tale Papalini, dovrebbe allora essere a diposizione dei suoi datori di lavoro, appunto i cittadini, a prescindere che questo tale Papalini, se, come ipotizziamo, non fosse in grado, o non volesse, affrontare questa situazione, poteva comunque evitare di far perdere un’ora di tempo a sei persone che certamente avrebbero potuto utilizzare meglio e più proficuamente quella stessa ora, trovo oltretutto disdicevole ed arrogante, poco educato e privo di bon ton, un tale comportamento da parte di un funzionario pubblico.
In genere si dice: “caffè pagato”. Ma poiché io non ho intenzione di pagare il caffè a questo Papalini gli prometto però a Natale di regalargliun libro. Quale? Ma perbacco “Il galateo di Monsignor Della Casa!”

venerdì 15 giugno 2012

La corda si sta
spezzando

Non sono mai stato un estimatore di Gianni Alemanno anche se riconosco che non tutte le colpe di governare male, anzi malissimo,Roma, siano tutte sue. Sono però convinto che Alemanno abbia delle enormi responsabilità per aver affidato la gestione della città a giovani imbelli, totalmente incapaci, inesperti,presuntuosi, con il solo merito, chiamamolo così, di essere stati raccomandati da questo o quel patron di turno, ( leggi segretari di partito e loro delegati),assolutamente non in grado di prendere delle decisioni obiettive e risolutive dei problemi.
Vorrei poter fare dei nomi, con tanto di acclarata imbecillità ampiamente provata, ma poiché in Italia abbiamo un concetto distorto e fuorviante di un reato che è quello di diffamazione a mezzo stampa, da distinguersi dal diritto di critica che viene costantemente ignorato, devo limitarmi solo a far intuire a chi mi riferisco.
Uno specchio fedele di queste acclarate imbecillità è dato da quello che è successo questa settimana in Consiglio comunale dove, per la seconda volta in quattro giorni, sono volati scrivanie e scartoffie, pugni, calci, con tanto di aggressioni verbali. Una cartina di tornasole che indica che  qualcosa non va e che occorre una radicale pulizia per liberarenon solo il Campidoglio ma anche vertici, consigli di amministrazione, assessorati con tanto di deleghe sparse, e quant’altro, da questi personaggi tutti ricadenti sotto la sua diretta o indiretta responsabilità.
C’è un vecchio adagio che recita che a tirare troppo la corda c’è il rischio che questa si spezzi. E noi ci siamo molto vicini.
Deutschland
uber alles

Deutschland uber alles, ovvero Germania sopra tutto.  Ed Angela Merkel ce la sta mettendo veramente proprio tutta per non indebolire se stessa ed il suo paese anche se ciò dovesse costare la permanenza della Grecia nell’Unione Europea e forse anche quella della Spagna. Come se non bastasse, sul piano politico, la recente sconfitta alle politiche nel Nord, da sempre una roccaforte del Cdu e le dimissioni dal suo partito del nipote di Konrad Adenauer, il mitico cancelliere del dopo conflitto mondiale, adesso ci si mettono anche le agenzie internazionali di rating a dare alla “cancelliera” il colpo di grazia..Moody's infatti ha tagliato il rating di sei banche tedesche, tra cui Commerzbank, e delle tre principali banche austriache. La motivazione?  Un peggioramento del rischio della crisi del debito europeo. In altre parole: la Germania non sarebbe in grado di fornire adeguate e sostanziose garanzie di traino dell’economia europea. Ed allora la Merkel, cosa ha escogitato? Molliamo i paesi meno affidabili come Grecia, Spagna e forse anche Italia ma salviamo l’economia tedesca che avrà così modo di riprendersi. Non solo ma mollando quella che economicamente viene ritenuta una zavorra diamo anche una risposta all’economia Usa che, stando almeno alle ultime dichiarazioni di Obama, non sembra nè credere nè agevolare la ripresa europea.
Insomma mors tua vita mea, che detto da un barbaro nella lingua di Roma fa ancora un effetto peggiore.

venerdì 1 giugno 2012

Quel distacco
realistico
dal Paese

Presumo, magari a torto, di essere stato uno dei pochi a non meravigliarsi per nulla di quella infelice frase di Monti all’indomani dello scoppio del bubbone legato all’arresto di alcuni calciatori, inquisiti per scommesse irregolari, partite truccate e quant’altro. Il sunto di quella affermazione? “Fosse per me sospenderei per due, tre anni i campionati”.
 Ergo niente più partite di calcio per 24 mesi o giù di lì.
A prescindere dall’impatto di una tale decisione sull’indotto lavorativo, parliamo di circa 250 mila stipendiati tra calciatori, militanti nelle varie categorie professionistiche e semi, addetti ai lavori a vario titolo, compresi il personale in forza alle società e quindi con il rischio concreto di aumentare quella già notevole massa di disoccupazione giovanile e non,si tratterebbe di mettere in ginocchio un’intera organizzazione che sarà pure piramidale ma certamente ha una base larghissima. E poi ci sono delle implicazioni negative che Monti, malgrado la sua perifrasi “anch’io un tempo ero un amante del calcio ma quello pulito”, sembra davvero ignorare. Qualche esempio? Che fine faranno le società come Juve, Roma e Lazio quotate in borsa? Chi risarcirà i club per il capitale perduto perché inutilizzato? Penso ad esempio a campioni come Totti che dovrebbe riciclarsi alla veneranda età, sportivamente parlando, di 38 anni, oppure a Klose, anche lui pressappoco intorno a quella età, oppure a Buffon, idem con patate? E le competizioni internazionali della nostra nazionale o delle nostre squadre? E gli impianti sportivi inutilizzati o parzialmente utilizzati?
Ma c’è poi una costatazione di fondo: è mai possibile bloccare un campionato per uno/ due anni a causa di qualche imbecille gargarozzone che ha confuso lo sport per una speculazione borsistica? O peggio.
Tutte queste considerazioni, ma anche altre, mi convincono sempre più che Monti con le sue manovre restrittive sarà anche in buona fede ma evidentemente non vive in sintonia con le realtà drammatiche di questa Italia. Insomma molte teorie, tanto a pagare sono sempre in vario modo ed in varia intensità, gli italiani, con un distacco realistico dall’identità di un Paese che, sarà pure riduttivo, ma vive anche di una appassionante sfida calcistica.