venerdì 27 giugno 2014

Gli alibi
servono
a poco


Come saprà anche l’ultimo topo di fogna di questo paese, mi riferisco a quel Carlo Lissi che due settimane fa a Motta Visconti ha tagliato la gola alla moglie ed ai figli di cinque anni e venti mesi, l’Italia è fuori dal Mondiale.
Personalmente anche io mi ritengo fuori da quei sessanta milioni di italiani, tutti commissari tecnici, allenatori di club, direttori sportivi, magazzinieri, oltre che dai giornalisti sportivi di tv pubbliche e private, della carta stampata, salvo qualche lodevole e rara eccezione, ai quali la cronaca continua a dare eccessivo ed immotivato spazio tanto alle figure che alle castronerie che dicono.
Fatto sta che l’Italia torna a casa dopo averci illuso con l’ Inghilterra, fatto piangere con il Costa Rica e fatto ridere con l’Uruguay.
Permettetemi però qualche breve riflessione: secondo me l’Italia ha cominciato a perdere questo mondiale fin dal momento della composizione della lista dei 40 giocatori, poi ridotta a 23, selezionati da Prandelli.
Balotelli, tanto per dirne una, non andava convocato: troppo fragile psicologicamente, troppo bambinone, troppo vittimista, troppo presuntuoso, troppo menefreghista. In campo, soprattutto in campo internazionale, ci vogliono le palle non solo i pettorali. Stesso discorso per il duo Bonucci - Barzagli: ottimi difensori dieci anni fa ma poi il nulla dormiente caratterizzato da sonnolenze pericolose ancor più se la pennichella viene fatta nella nostra area di rigore. E ancora: Thiago Motta più lento di un giocatore troppo lento e un Cassano spompato forse dal troppo sesso praticato nel passato.
A questo punto sarebbe lecito chiedere a Prandelli, che per inciso ha fatto bene a dimettersi, a che è servito portare i Cerci, i Candreva, i Paletta? E perché lasciare a casa i Rossi, i Maggio e i Romulo?
E per l’amor di Dio lasciamo stare l’arbitro: ha arbitrato una schifezza ma questa schifezza almeno l’ha equamente distribuita: contro di noi c’era un rigore gigantesco ai danni di “El Matador” Cavani e contro di loro il morso, e non sarebbe la prima vota, di Luis Suarez - ma perché non si fa un crackers al formaggio prima di scendere in campo - ai danni di Chiellini.
Lasciamo perdere poi  l’espulsione di Marchisio, forse troppo severa anche se il fallo c’era tutto, il caldo asfissiante del pomeriggio brasiliano che ci ha tagliato le gambe - ma come mai agli uruguaiani no? -, le confusioni tattiche che hanno caratterizzato il gioco anzi il non gioco della nostra nazionale.
Sono tutti alibi.
E si sa che gli alibi nel calcio contano meno di una rimessa da fallo laterale.

venerdì 20 giugno 2014

Ammazzatelo
senza alcuna
misericordia


Chi ha la bontà di leggere queste note, sa che da anni, fin dai tempi in cui dirigevo “Il Giornale di Ostia”, mi esprimo a favore della pena di morte per delitti particolarmente efferati che vedono come vittime soprattutto bambini ed anziani, quali ad esempio l’omicidio commesso da Erika ed Omar per impossessarsi di una eredità, l’uccisione del piccolo Tommy, il coma irreversibile della giovane Chiara di Casal Bernocchi.
Oggi, leggendo la cronaca della morte di Cristina e dei suoi bambini di cinque anni e venti mesi da parte del padre “infatuato” di un’altra donna, ne sono sempre più convinto.
Queste persone vanno eliminate. Senza nessuna misericordia.
È inutile parlare di espiazione della pena come momento di ravvedimento, di certezza del diritto, di recupero sociale. Tutte stronzate!
Chi ammazza una bambina di cinque anni ed un bambino di venti mesi dei quali peraltro è il padre, va a sua volta ammazzato.
Mi fanno ridere le argomentazioni dei buonisti a tutti i costi che vogliono vedere in questi assassini il prodotto di una società che non ha valori, mi fanno pena i distinguo di quanti credono ancora che chi ammazza un bambino di venti mesi da qui a qualche anno potrà redimersi, mi fanno schifo dichiarazioni come quelle che ho letto su un individuo che esorta i magistrati a dargli “il massimo della pena”. Tutte stronzate!
Ho sempre pensato, checché ne dicano sociologi, psichiatri e politici di varia risma, che la morte fa paura e sarebbe un ottimo deterrente per questi assassini. Forse se sai, a meno che non sei completamente “fuso” nella testa, che se ammazzi un bambino o un anziano finisci impiccato o sulla sedia elettrica, secondo me ci pensi tre volte prima di ucciderlo.

venerdì 13 giugno 2014

Mondiale
iniziato
mezzo
salvato


Giovedì sono iniziati i mondiali di calcio 2014.
Sono iniziati in una atmosfera surreale fatta di contestazioni, non sportive ma sociali, tafferugli in strada e davanti alle sedi degli stadi, proteste e manifestazioni.
Conosco bene il Brasile e i brasiliani: ho visitato il paese carioca tre volte e ci vive  stabilmente mio fratello a meno di due chilometri del ritiro della nazionale Svizzera a Porto Seguro nel nord est del paese.
E proprio perché conosco bene il Brasile e i brasiliani sono preoccupato: non siamo di fronte ad una contestazione da prendersi sotto gamba. Non siamo neppure di fronte ad una contestazione stupida e criminale, sportivamente parlando, tipo Genny a’ carogna o i tafferugli dell’Olimpico oppure di Marassi. In Brasile la gente, anche quella che ama il calcio, cioè la quasi totalità della popolazione dai sette ai settant’anni, è esasperata. Il 65 per cento dei brasiliani vive con meno di cinquanta dollari americani al mese, i trasporti costano un occhio della testa rispetto al servizio fornito, gli ospedali mancano dei servizi essenziali per carenza di fondi, le scuole sono addirittura al penultimo posto nella classifica dei paesi sudamericani.
Per tutte questo cose si sarebbe dovuto riflettere di più e meglio, tanto da parte del governo della Presidente Rousseff che della Fifa, prima di proporsi ed accettare il paese come sede della più prestigiosa competizione sportiva, eccezion fatta solo per le Olimpiadi, del mondo.
Ma ormai ci siamo.
La speranza è che questo mondiale arrivi alla fine senza traumi.
Ma sarà possibile?

venerdì 6 giugno 2014

Non se 
ne perda 
la memoria

Se un giorno troverò il tempo mi piacerebbe calcolare, ovviamente per difetto, i danni che tutti questi ladroni, Fiorito, Mose, Expo, Speziante, Galan, Orsini e centinaia di altri come loro, hanno provocato a questo paese.
Impresa quasi impossibile, lo riconosco, soprattutto per la vastità degli avvenimenti e relativi attori.
Forse comunque val la pena di tentare non fosse altro perché il loro nome non cada nell’oblio come avvenuto per i vari “mariuoli” che li hanno preceduti.
L’unico dubbio: ci sarà abbastanza carta per raccontare tutte le loro imprese? Oppure dovrò far ricorso alla nuova tecnologia dei file per assemblare tutte queste malefatte e i nomi dei loro protagonisti.
Senza dimenticarne nessuno, spero.