La solita
figura da
peracottari
Forse sono troppo vecchio perché mi lasci ancora una volta trascinare dall’ira.
Ma se c’è una cosa che ancora oggi mi fa imbufalire è vedere i tentativi di truffa verso coloro che non si possono difendere o perché non padroni della lingua o perché neppure sospettosi di fronte a questi tentativi.
E nessuno mi venga a dire che “queste cose non succedono solo in Italia”. Come inviato ho girato il mondo – Usa, Costarica, Argentina, Colombia, Guatemala, Romania, Polonia, Germania, Australia, Thailandia, Albania, Yugoslavia, Egitto, Francia, Russia – e mai, dico mai, salvo qualche sporadico caso e sempre ad opera di “compaesani”, sono stato soggetto a truffe, o meglio tentativi di truffe, come quelle alle quali mi è capitato di assistere in questi giorni ai danni di alcuni harleysti giunti sul nostro litorale per festeggiare i 110 anni della casa motociclistica americana.
Consentitemi un solo piccolo personale ricordo: mi trovavo a Sidney che come è noto è una città che si distende su alcune isole, attraversata, almeno nella sua parte centrale, da due grandi arterie, la prima a senso unico in discesa, la seconda a senso unico in salita. Dovevo sviluppare un rullino fotografico alla Kodak da inviare subito al giornale e presi un taxi. Al momento di pagare la corsa a fronte dei cinque dollari australiani segnati dal tassametro, l’autista, un discendente dei deportati della Guerra del Cent’anni, (sottolineo un discendente dei deportati della Guerra dei Cent’anni), me ne chiese solo quattro. Il motivo? Aveva sbagliato nell’imboccare una traversa e quindi non era giusto che pagassi il suo errore! Che altro aggiungere!
Dei dettagli di questi tentativi di truffa di cui sono stato testimone in questo fine settimana, vi invito a leggere il “servizio” di apertura a pag 5 di questa edizione con l’intervista ai due motociclisti, marito e moglie, tedeschi; nello specifico vi dico solo che mi sono vergognato di fronte ad episodi come quelli che anche qualche altra testata giornalistica ha evidenziato.
Mi spiace solo per quei tanti commercianti onesti, a fronte degli altri gargarozzoni”, ai quali non è stato reso certo un buon servizio né in termini economici né in termine di immagine.
E non serve consolarsi dicendo: la prossima volta non succederà”.
Succederà, succederà…