Uno schiaffo
alla miseria
Tra le centinaia di notizie che ogni giorno sono costretto a leggere, vuoi per lavoro, molto meno per diletto, qualcuna piacevole, qualcun'altra fastidiosa, tantissime inutili e altrettanto demagogiche, ce n’è una che questa settimana mi ha particolarmente colpito e che anche voi lettori di questo consueto editoriale, potete leggere a pag 8 di questa edizione.
Eccola allora la notizia in estrema sintesi: il sindaco Gianni Alemanno ha riunito al ristorante Tre Fontane all’Eur mille invitati che hanno pagato mille euro a testa - un milione di euro totale - per partecipare ad una cena per l’inaugurazione della sua campagna elettorale, presente Silvio Berlusconi che l’altro si è esibito in una performance di canzoni in francese dedicate a Rosi Bindi e battute per le dimissioni di Pierluigi Bersani.
A quanto ho letto tra i partecipanti c’erano Luciano Ciocchetti , Renata Polverini insieme ad una nutrita schiera di imprenditori più o meno conosciuti, oltre a qualche manager delle municipalizzate capitoline tra cui il presidente della Camera di Commercio e di Acea Giancarlo Cremonesi.
Al di là del bon ton delle canzonette e delle battute – ma Berlusconi da persona colta qual è ricorderà certamente cosa dicevano gli antichi romani: al nemico che fugge ponti d’oro – mi sembra davvero di pessimo gusto chiedere mille euro in momenti in cui tanti romani non riescono ad arrivare alla fine del mese.
Cosa penseranno allora questi romani di chi si è potuto permettere il lusso di buttare mille euro - per molti tutta la pensione del mese o l’intero stipendio - per sovvenzionare Alemanno, ma sarebbe stato lo stesso per chiunque lo avesse fatto a destra come a sinistra? – E soprattutto perché? Con quale fine hanno pagato questi soldi? Amore per Alemanno? Desiderio di non mostrarsi irriconoscenti? Speranza che poi Gianni, in caso di rielezione a primo cittadino, si sarebbe ricordato di loro e del loro obolo? O che?
Quale che sia la risposta quella cena resta uno schiaffo alla miseria.