Iuc, Iuc
Iuc, hurrà
Chiamatela un po’ come vi pare, Imu, Trise, Tari, Tasi, Tuc e adesso Iuc, fatto sta che l’imposta “più odiata dagli italiani” quella da pagare sulla casa di proprietà c’è e rimane.
Hai voglia a dire “eliminiamola”, il Governo ha deciso che le famiglie italiane devono pagare quel vero e proprio esproprio che riguarda un bene faticosamente costruito per il futuro e non c’è verso che, destra o sinistra, tornino indietro.
Eppure molti avevano creduto a Berlusconi quando proclamava ai quattro venti che quella tassa “non sarebbe passata mai e poi mai”. In realtà, come si è visto poi, è passata aggravata anzi.
E avevano creduto anche ad Enrico Letta che spergiurava che mai avrebbe fatto pagare quella tassa alle famiglie italiane.
E per l’amor di Dio nessuno venga a dire che quei soldi serviranno ai comuni per fornire quei servizi cosiddetti “essenziali”. Innanzitutto perché non è vero: i rifiuti, l’energia, il verde, in Italia sono all’ultimo posto per prestazioni. Poi perché uno Stato che si rispetti deve pensare da solo a fornire quei bene primari ai cittadini non chiedendo loro di aiutarlo. Perché le tasse, considerevole aiuto, già le paghiamo.
E in abbondanza.
venerdì 29 novembre 2013
venerdì 22 novembre 2013
Aiutati
che il Pd
ti aiuta
Davvero incommentabile il comportamento che il Pd ha assunto
nei confronti della mozione di sfiducia presentata dal M5S contro il ministro
Anna Maria Cancellieri relativamente al caso Ligresti.
Tralasciamo il Pdl che da tempo ormai, tutto preso dai
problemi del suo leader Berlusconi, sembra partecipare alla vita del Paese con
la stessa passione con cui si cimenterebbe in un Monopoli in famiglia, è
davvero incredibile l’atteggiamento assunto dal partito di Epifani che non ha esitato
a sacrificare una ancor passabile credibilità a vantaggio di un governo che
sembra il lavoro ad ore di una collaboratrice domestica e di un premier come
Letta che avrà pure le “palle d’acciaio” ma se ne accorge solo lui.
E meno male che a salvare almeno le apparenze ci ha pensato
Pippo Civati, in un sussulto d’orgoglio, con la sua mozione di sfiducia poi
ritirata per disciplina di partito. Ma resta il comportamento, e il voto,
censurabile dei vari Epifani, Renzi, Cuperlo e via discorrendo che si sono ben
guardati dal pronunciare un distinguo doveroso in un partito che vorrebbe
cambiare l’Italia.
Perché quel comportamento, e quel voto, dimostrano che non è
cambiato niente.
venerdì 15 novembre 2013
M5S,
ovvero
politica senza
forzature
Confesso che a me gli esponenti del Movimento 5 Stelle sono simpatici.
Li trovo genuini, naif, ruspanti, un po’ come i polli che una volta si potevano acquistare dai contadini e che avevano un sapore del tutto particolare.
Li trovo anche, la maggior parte di loro almeno, in buona fede, convinti delle posizioni che assumono e che portano avanti spesso contro tutto e contro tutti.
Ma poiché come si dice ogni regola ha la sua eccezione, ho trovato veramente stupida nella sua accezione, superficiale nel contenuto e deprecabile sul piano politico, la dichiarazione della senatrice Emanuela Corda a favore del ricordo del kamikaze che uccise i diciannove italiani a Nassyria nel novembre del 2003.
Anche se poi per la cronaca ha rettificato.
E questo non perché io faccia della vendetta un modello da seguire ma perché sono convinto che la violenza non sia la soluzione di nessun male.
Detto questo il M5S continua e continuerà ad essermi simpatico, anche credibile ma senza boutade e soprattutto senza forzature ideologiche che non si capiscono e non fanno capire.
ovvero
politica senza
forzature
Confesso che a me gli esponenti del Movimento 5 Stelle sono simpatici.
Li trovo genuini, naif, ruspanti, un po’ come i polli che una volta si potevano acquistare dai contadini e che avevano un sapore del tutto particolare.
Li trovo anche, la maggior parte di loro almeno, in buona fede, convinti delle posizioni che assumono e che portano avanti spesso contro tutto e contro tutti.
Ma poiché come si dice ogni regola ha la sua eccezione, ho trovato veramente stupida nella sua accezione, superficiale nel contenuto e deprecabile sul piano politico, la dichiarazione della senatrice Emanuela Corda a favore del ricordo del kamikaze che uccise i diciannove italiani a Nassyria nel novembre del 2003.
Anche se poi per la cronaca ha rettificato.
E questo non perché io faccia della vendetta un modello da seguire ma perché sono convinto che la violenza non sia la soluzione di nessun male.
Detto questo il M5S continua e continuerà ad essermi simpatico, anche credibile ma senza boutade e soprattutto senza forzature ideologiche che non si capiscono e non fanno capire.
venerdì 8 novembre 2013
Mamma
perchè non
mi hai fatto
idiota?
Devo confessare che questo è il primo commento che mi è
venuto alla mente leggendo l’intercettazione di una telefonata di Giulia Ligresti ad una amica.
Riassumo per chi non l’avesse letta:
Giulia: “Gli hanno dato una liquidazione di cinque milioni,
ti rendi conto? Cinque milioni, è stato un anno e ha distrutto tutto…”
Amica: “Ma sai quel Peluso è il figlio della Cancellieri…”
Giulia: “Ma quale figlio! Quello è un idiota!”
Amica: “sono le parentele che contano…”
Giulia: “Sì le parentele. Questo ha 45 anni, ed è un idiota.
Perché veramente è venuto a distruggere una compagnia. Perché lo ha fatto
proprio su mandato la distruzione… 5 milioni, e poi è andato a far danni in
Telecom, e l’Italia non scrive. È pazzesco”.
Per la cronaca il Peluso di cui la Ligresti parla nella
telefonata intercettata è Piergiorgio Peluso, figlio del ministro Anna Maria
Cancellieri che è stato prima responsabile del Corporate & Investment
banking di Unicredit poi direttore generale di Fondiaria Sai (gruppo Ligresti)
dal 2011 al 2012 e, quando passò a Telecom, dopo un solo anno di lavoro,
incassò da Ligresti una buonuscita di oltre 4 milioni di euro.
venerdì 1 novembre 2013
Solo posti
in piedi
La decisione di Berlusconi di mettere fine all’esperienza
del Pdl e puntare tutto sulla rinascita di Forza Italia probabilmente non ha
colto di sorpresa nessuno meno che mai i diretti interessati come Alfano,
Schifano, Brunetta, la Santanchè, Cicchitto, Verdini, Fitto, e compagnia
cantando. Sorpresi forse sono rimasti solo quei pochi, molto pochi per la
verità, che fino all’ultimo si sono cullati nell’illusione che la pacchia non
fosse ancora finita.
Eh sì! Perché a ben guardare la decisione del cavaliere vuol
dire soprattutto che adesso ci sarà un ricambio anche generazionale per i
tanti, troppi, che in questi anni hanno costituito più che un cerchio magico
una sorta di Corte dei Miracoli sempre pronta a cogliere “l’attimo fuggente” che
ha permesso loro di prosperare alle spalle e sulle spalle degli italiani.
Insomma ho l’impressione, come diceva il famoso refrain di
una canzone degli anni 80, che “la musica è finita”.
E meno male!
Iscriviti a:
Post (Atom)