Senza
pudore
Ho letto con divertimento e qualche perplessità le dichiarazioni dell’ing. Mauro Moretti amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, sul fatto che potrebbe anche lasciare il suo incarico se Renzi dovesse confermare il taglio al suo stipendio annuale di 850 mila euro che si aggiungono ai circa 400 mila che prende per altre varie presidenze.
Per essere sicuro di non aver travisato quanto hanno riportato agenzia e gli altri quotidiani mi sono preoccupato di andare a leggere il testo pressoché integrale dell’intervento che ha scatenato le polemiche.
Nulla da eccepire: le dichiarazioni riprese dalla stampa rispecchiano esattamente le sue parole. Che in estrema sintesi sono: guadagno una miseria; i miei omologhi francesi, tedeschi e inglesi guadagnano quattro volte più di me; se Renzi continua ad insistere su questa linea (cioè riduzione dello stipendio) potrei anche dimettermi dall’incarico.
Per amor di Dio tutte posizioni legittime che mi pare però non tengano conto di qualche piccolo dettaglio. E per essere equipollente ne citerò anch’io tre: in tempi in cui quattro italiani su dieci vivono con poco più di 1500 euro mensili, ed io personalmente conosco almeno cinque laureati come lui in ingegneria elettronica disoccupati, lamentarsi perché guadagna “solo” un milione e 250 mila euro annui (850 più 400) è perlomeno ingeneroso; Moretti è davvero così sicuro che in un altro paese, lui, come decine di altri manager pubblici, non sarebbe già stato licenziato viste come sono ridotte le nostre Ferrovie e le altre aziende non nominate?; infine: è altrettanto sicuro che altri paesi lo prenderebbero a guidare una azienda allo stipendio richiesto? Io no!
E voi?
venerdì 28 marzo 2014
venerdì 21 marzo 2014
Due facce
della stessa
medaglia
Leggo in una nota inviatami dal Ministero dell’Economia che
l’Italia è uno dei pochi paesi firmatari l’accordo di Kyoto, che come è noto
regola al ribasso le emissioni di CO2 nell’atmosfera, ad aver rispettato i
parametri di diminuzione. Pensate che abbiamo ridotto queste emissioni
dell’otto per cento a fronte di una media degli altri paesi del tre per cento.
Paesi che si chiamano Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti.
Un primato senza dubbio di cui andare fieri.
Ma… Perché c’è un ma.
Pare che questa riduzione per noi sia dipesa dalla crisi
economica che ha condizionato aziende e privati cittadini inducendoli ad
inquinare di meno.
Insomma due facce della stessa medaglia, una positiva ed una
no.
Dobbiamo accontentarci.
venerdì 14 marzo 2014
Una polemica
che sa di
pretesto
Sta sollevando scalpore la diatriba tra alcune associazioni
di commercianti, come l’Ascom e la Confesercenti, e l’amministrazione
municipale, in merito alla pedonalizzazione dei lungomari nel periodo estivo.
Ricapitolando: i primi sono nettamente contrari perché, a
loro dire, “ucciderebbe” un settore già in coma profondo; la seconda favorevole
perché consentirebbe ai cittadini un momento di svago a costo zero, Dio sa
quanto necessario, visto i tempi.
Diciamo subito che io
sono favorevole alla seconda ipotesi.
Perché? Primo perché non credo che questo genere di crisi si
possa risolvere penalizzando quanti intendono passeggiare un pomeriggio
d’estate. Secondo: perché mi viene da chiedermi come mai quegli stessi commercianti
che protestano e parlano di crisi si ostinano a non voler aprire la domenica?
Terzo: la politica del “tutti in auto” abbiamo visto a cosa porta: parcheggi
stracolmi, traffico a rilento, parcheggiatori abusivi. Niente in confronto a
qualche bancarella.
In realtà Capobianco e Pugliè, Ascom e Confesercenti,
premono per una Ostia a misura “dei loro interessi” e non invece a misura
“d’uomo”.
venerdì 7 marzo 2014
Sinceri
sarò
sincero
Mi spiace che Fabrizio Sinceri il proprietario, o ex
proprietario del Faber Beach, adesso sia ospite delle patrie galere. Per la
verità non mi interessa più di tanto né il capo di imputazione e di conseguenza
neppure le vicende che lo hanno portato ad essere un ospite non pagante di
Regina Coeli.
Non mi interessa perché ad essere “sinceri” non lo ritengo
un delinquente ma piuttosto un emerito fesso. Fesso perché si è giocato con un
comportamento scriteriato quello che pure aveva raggiunto con enormi sacrifici,
emerito fesso perché è entrato consapevolmente in un gioco più grande di lui
sapendo di non avere nessuna possibilità di competere.
Diceva Francois La
Rochefoucauld, un filosofo francese del XVII secolo: “fare il furbo è la
caratteristica di ogni imbecille”.
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