venerdì 27 dicembre 2013

Un grazie
di cuore

Siamo a novantasei ore, poco più poco meno,  dalla fine del 2013 e come ogni fine anno che si rispetti per tutti è tempo di bilanci.
Ancor di più per un giornale come la Gazzetta del Litorale chiamato a dar conto ai suoi lettori di quanto di buono fatto, degli errori commessi, dei servizi offerti, di quelli magari involontariamente emarginati, delle notizia selezionate, di quelle riassunte ma mai censurate.
Spero solo, come direttore di questa testata, che se “errare è umano”, non si sia perseverato nei nostri errori.
Già questa sarebbe una enorme soddisfazione.
Detto questo consentitemi di ringraziare quanti ogni giorno hanno permesso che questo settimanale fosse in edicola: innanzitutto i lettori, poi gli inserzionisti, infine i miei collaboratori.  
Una tiratura media di quattromila copie settimanali con punte di seimila, poche decine di resa, rappresentano un traguardo importante che non avremmo mai tagliato senza quella miriade di lettori che pagano 50 centesimi per essere informati, spero a sufficienza. Una piccola cifra per loro ma un aiuto indispensabile per noi.
Poi gli imprenditori, circa duecento, che hanno pubblicizzato il loro marchio aziendale sulle nostre pagine: il loro non è solo un attestato di stima ma un concorso di cui non potremmo mai fare a meno.
Infine, ma non ultimi, i miei collaboratori: dai tipografi, ai distributori, da chi procaccia la pubblicità, ai fotografi, ai giornalisti. Sono fiero di averli con me in questa avventura e mi auguro,  soprattutto per chi scrive, che la Gazzetta sia il primo passo per una professione tanto affascinante quanto non facile.
Ho avuto la fortuna nella mia lunga carriera di direttore di giornale di collaborare con decine, forse centinaia di giovani, qualcuno dei quali ha “sfondato”, qualcun altro si è perso per strada, qualcuno ha optato per un altro lavoro, qualcuno ha testardamente perseverato; tutti però mi hanno arricchito umanamente e professionalmente.

E questo è un debito che non potrò mai ripagare.

venerdì 20 dicembre 2013

Se non ora
quando?


Ve lo ricordate lo spot contro la violenza sulle donne che recitava: “Se non ora quando?”.
Ebbene leggendo ciò che è accaduto martedì sera a Genova viene da pormi la stessa domanda: “Se non ora quando… decidiamo che è il momento di mandarli a casa?”
Ricapitoliamo: Bartolomeo Gagliano, 55 anni, accusato di due omicidi e di un tentato omicidio, definito “soggetto molto pericoloso” dalle stesse Forze dell’Ordine, si allontana dal carcere genovese di Marassi dopo averlo lasciato grazie a un permesso premio, facendo perdere le proprie tracce. Gagliano, piccolo dettaglio, era segnalato nel suo fascicolo carcerario come “rapinatore” invece che “pluriassassino e psicopatico totalmente incapace di intendere e di volere, in preda a turbe omicide”. C’è da chiedersi come un fascicolo di reato, in pratica un curriculum contenente condanne, pene comminate e notizie di reato di un carcerato, possa essere stato stilato con tanta faciloneria e superficialità.
A confermarlo sono le stesse parole del direttore del carcere genovese Salvatore Mazzeo per il quale: “Noi non sapevamo che avesse quei precedenti penali, per noi era un rapinatore così come risultava dal suo fascicolo di reato che risale al 2006”.
Alla faccia!

venerdì 13 dicembre 2013



Letta
sbaglia
Alfano
Pure

La prima incongruenza che mi è saltata agli occhi nel leggere i commenti sulla protesta del “forconi” che sta infiammando in queste ore l’Italia, riguarda le frasi dannosamente evasive di Enrico Letta  e quelle inutilmente allarmistiche di Angelino Alfano.
Capisco che il premier sia “in tutt’altre faccende affaccendato” dovendo porre mano ad una situazione economica al limite del collasso, così come capisco gli allarmi del segretario di Nuovo Centro Destra che, cadendo il suo sponsor e orfano della tutela di Berlusconi, rischia la scomparsa precoce dal panorama politico italiano.
Tuttavia non condivido. Non posso condividere.
Letta sbaglia a sottovalutare questa protesta perché è tanto variegata quanto estesa.
Alfano sbaglia nello strapparsi quei pochi capelli che ancora ha, perché solo capendo fino in fondo le motivazioni di questa Italia allo stremo, e non demonizzandola, si accrediterebbe come il leader di una forza politica e non come una meteora fuori dalla galassia berlusconiana.
Entrambi peccano allora di pressappochismo.

venerdì 6 dicembre 2013



Chi va con
lo zoppo...

Un paio di mesi fa avevo  scritto di una quasi identica manovra, sulla falsariga di quella compiuta in via Claudio giovedì mattina, dalla neo consigliera Pdl, pardon Gruppo Misto, Maria Cristina Masi,  consumatasi però al Consiglio capitolino.
Manovra ad opera di quel John Huston della politica, il mai domo Davide Bordoni,  per impossessarsi di una commissione che, senza la conversione sulla via di Damasco di qualche consigliere comunale del Pdl, pardon Gruppo Misto, avrebbe comportato per lo stesso partito la perdita della presidenza di una commissione dell’opposizione.
Giovedì 5 dicembre la situazione nel nostro Municipio si è ripetuta tale e quale sempre per la regia del “figlio di Ostia” Davide Bordoni con l’interpretazione da “Oscar”  di Maria Cristina Masi, come potete leggere nel commento del M5S, pubblicato a lato di questo servizio.
Che dire?
Di Bordoni abbiamo già detto molto! Una virgola in più potrebbe avere un seguito in un’aula di tribunale (non che lo temiamo, sia chiaro)…
Della Masi ci meraviglia invece la capacità di apprendimento fulminea di tecniche che poco o nulla hanno a che vedere con la Politica, quella con la “P” maiuscola, evidentemente frutto di pessime frequentazioni.

venerdì 29 novembre 2013

Iuc, Iuc
Iuc, hurrà


Chiamatela un po’ come vi pare, Imu, Trise, Tari, Tasi, Tuc e adesso Iuc, fatto sta che l’imposta “più odiata dagli italiani” quella da pagare sulla casa di proprietà c’è e rimane.
Hai voglia a dire “eliminiamola”, il Governo ha deciso che le famiglie italiane devono pagare quel vero e proprio esproprio che riguarda un bene faticosamente costruito per il futuro e non c’è verso che, destra o sinistra, tornino indietro.
Eppure molti avevano creduto a Berlusconi quando proclamava ai quattro venti che quella tassa “non sarebbe passata mai e poi mai”. In realtà, come si è visto poi, è passata aggravata anzi.
E avevano creduto anche ad Enrico Letta che spergiurava che mai avrebbe fatto pagare quella tassa alle famiglie italiane.
E per l’amor di Dio nessuno venga a dire che quei soldi serviranno ai comuni per fornire quei servizi cosiddetti “essenziali”. Innanzitutto perché non è vero: i rifiuti, l’energia, il verde, in Italia sono all’ultimo posto per prestazioni. Poi perché uno Stato che si rispetti deve pensare da solo a fornire quei bene primari ai cittadini non chiedendo loro di aiutarlo. Perché le tasse, considerevole aiuto, già le paghiamo.
E in abbondanza.

venerdì 22 novembre 2013



Aiutati
che il Pd
ti aiuta

Davvero incommentabile il comportamento che il Pd ha assunto nei confronti della mozione di sfiducia presentata dal M5S contro il ministro Anna Maria Cancellieri relativamente al caso Ligresti.
Tralasciamo il Pdl che da tempo ormai, tutto preso dai problemi del suo leader Berlusconi, sembra partecipare alla vita del Paese con la stessa passione con cui si cimenterebbe in un Monopoli in famiglia, è davvero incredibile l’atteggiamento assunto dal partito di Epifani che non ha esitato a sacrificare una ancor passabile credibilità a vantaggio di un governo che sembra il lavoro ad ore di una collaboratrice domestica e di un premier come Letta che avrà pure le “palle d’acciaio” ma se ne accorge solo lui.
E meno male che a salvare almeno le apparenze ci ha pensato Pippo Civati, in un sussulto d’orgoglio, con la sua mozione di sfiducia poi ritirata per disciplina di partito. Ma resta il comportamento, e il voto, censurabile dei vari Epifani, Renzi, Cuperlo e via discorrendo che si sono ben guardati dal pronunciare un distinguo doveroso in un partito che vorrebbe cambiare l’Italia.
Perché quel comportamento, e quel voto, dimostrano che non è cambiato niente.

venerdì 15 novembre 2013

M5S,
ovvero
politica senza
forzature


Confesso che a me gli esponenti del Movimento 5 Stelle sono simpatici.
Li trovo genuini, naif, ruspanti, un po’ come i polli che una volta si potevano acquistare dai contadini e che avevano un sapore del tutto particolare.
Li trovo anche, la maggior parte di loro almeno, in buona fede, convinti delle posizioni che assumono e che portano avanti spesso contro tutto e contro tutti.
Ma poiché come si dice ogni regola ha la sua eccezione, ho trovato veramente stupida nella sua accezione, superficiale nel contenuto e deprecabile sul piano politico, la dichiarazione della senatrice Emanuela Corda a favore del ricordo del kamikaze che uccise i diciannove italiani a Nassyria nel novembre del 2003.
Anche se poi per la cronaca ha rettificato.
E questo non perché io faccia della vendetta un modello da seguire ma perché sono convinto che la violenza non sia la soluzione di nessun male.
Detto questo il M5S continua e continuerà ad essermi simpatico, anche credibile ma senza boutade e soprattutto senza forzature ideologiche che non si capiscono e non fanno capire.

venerdì 8 novembre 2013



Mamma
perchè non
mi hai fatto
idiota?

Devo confessare che questo è il primo commento che mi è venuto alla mente leggendo l’intercettazione di una  telefonata di Giulia Ligresti ad una amica.
Riassumo per chi non l’avesse letta:
Giulia: “Gli hanno dato una liquidazione di cinque milioni, ti rendi conto? Cinque milioni, è stato un anno e ha distrutto tutto…”
Amica: “Ma sai quel Peluso è il figlio della Cancellieri…”
Giulia: “Ma quale figlio! Quello è un idiota!”
Amica: “sono le parentele che contano…”
Giulia: “Sì le parentele. Questo ha 45 anni, ed è un idiota. Perché veramente è venuto a distruggere una compagnia. Perché lo ha fatto proprio su mandato la distruzione… 5 milioni, e poi è andato a far danni in Telecom, e l’Italia non scrive. È pazzesco”.
Per la cronaca il Peluso di cui la Ligresti parla nella telefonata intercettata è Piergiorgio Peluso, figlio del ministro Anna Maria Cancellieri che è stato prima responsabile del Corporate & Investment banking di Unicredit poi direttore generale di Fondiaria Sai (gruppo Ligresti) dal 2011 al 2012 e, quando passò a Telecom, dopo un solo anno di lavoro, incassò da Ligresti una buonuscita di oltre 4 milioni di euro.

venerdì 1 novembre 2013



Solo posti
in piedi

La decisione di Berlusconi di mettere fine all’esperienza del Pdl e puntare tutto sulla rinascita di Forza Italia probabilmente non ha colto di sorpresa nessuno meno che mai i diretti interessati come Alfano, Schifano, Brunetta, la Santanchè, Cicchitto, Verdini, Fitto, e compagnia cantando. Sorpresi forse sono rimasti solo quei pochi, molto pochi per la verità, che fino all’ultimo si sono cullati nell’illusione che la pacchia non fosse ancora finita.
Eh sì! Perché a ben guardare la decisione del cavaliere vuol dire soprattutto che adesso ci sarà un ricambio anche generazionale per i tanti, troppi, che in questi anni hanno costituito più che un cerchio magico una sorta di Corte dei Miracoli sempre pronta a cogliere “l’attimo fuggente” che ha permesso loro di prosperare alle spalle e sulle spalle degli italiani.
Insomma ho l’impressione, come diceva il famoso refrain di una canzone degli anni 80, che “la musica è finita”.
E meno male!