venerdì 28 novembre 2014

Non lo
sono
ma se lo
fossi…


Non sono Matteo Renzi. Ma se lo fossi avrei evitato di definire l’astensione registrata alle elezioni per i rinnovi dei consigli regionali di Emilia Romagna e Calabria, come “la cosa meno importante”. Eh no, caro presidente! E’ invece un fattore importantissimo. E’ il segnale d’allarme che la gente ne ha piene le scatole non tanto delle elezioni come sistema ma di quanti vi partecipano come candidati. E fra quelli maggiormente a rischio c’è soprattutto lei in qualità di Presidente del Consiglio.
Non sono Matteo Salvini. Ma se lo fossi eviterei di cantar vittoria per un risultato, sicuramente superiore alle più rosee aspettative, ma che nulla aggiunge e nulla toglie ad un partito destinato ad essere configurato tra quelli non decisivi per un paese.
Non sono Beppe Grillo. Ma se lo fossi credo che i risultati scaturiti dalle urne dell’Emilia Romagna e della Calabria mi dovrebbero indurre ad una seria riflessione sulla condotta politica, personale e del Movimento 5 Stelle, che sembra aver esaurito quella spinta propulsiva che lo aveva portato solo qualche anno fa, al suo esordio per giunta, a sfiorare una affermazione che ha comunque del clamoroso. Il fatto è che oggi di clamoroso ci sono soltanto delle affermazioni stentoree, urlate a pieni polmoni, prive di ogni qualsivoglia logica.
Non sono infine Silvio Berlusconi. Ma se lo fossi abbandonerei ogni sogno di Quirinale e mi dedicherei a risollevare un partito che in due anni è precipitato a picco nelle preferenze passando da oltre il 30 per cento al 19.  A risollevarlo non con la promessa di dentiere gratis ed improbabili aumenti di pensione a 1000 euro ma allontanando i vari inquisiti che di fatto costituiscono la sua corte dei miracoli. Perché a differenza di “quella” corte dei miracoli di seicentesca memoria, questi inquisiti rischiano di trascinarlo in un baratro ancor peggiore di quello nel quale lo hanno trascinato Ruby e Dell’Utri. Con il risultato che i vari Denis Verdini, Maurizio Gasparri, Raffaele Fitto, Daniele Capezzone, arrivando fino ai peones nostrani come Davide Bordoni e Maria Cristina Masi, dovranno darsi da fare per trovarsi un lavoro vero.
A patto, ovviamente, che lo trovino!

venerdì 21 novembre 2014

Una vergogna
tutta italiana

 

Adesso il Governo correrà ai ripari allungando i tempi della prescrizione.
Come si dice: quando i buoi sono scappati si chiudono le porte della stalla.
Mi riferisco alla sentenza della Cassazione che ha mandato assolta (vedi articolo a pag 14 di questa edizione) la società Eternit ed il suo amministratore delegato, uno svizzero dal nome impronunciabile, a conclusione del processo per i circa 1200 cittadini morti di tumore a causa delle esposizioni a quel materiale.
La Cassazione ha applicato la legge: una legge idiota ma pur sempre una legge!
Gli avvocati dell’Eternit hanno sfruttato appieno tutte le possibilità offerte loro dal codice. E anche questo ci sta!
Il nostro Parlamento dorme, sveglio soltanto quando si tratta di approvare gli aumenti dei loro benefici e delle sostanziose prebende.  E questo non è assolutamente ammissibile! Anzi fa incazzare non solo i parenti delle vittime ma dovrebbe far insorgere anche tutti gli italiani onesti.
Adesso allora il Parlamento aumenterà i tempi di prescrizione per questo tipo di reati. E’tardi per quel migliaio di  vittime ma meglio che mai!

venerdì 14 novembre 2014

Qualcosa in 
più per tutti
i nostri lettori


Molti di quanti comprano settimanalmente questo giornale si saranno già accorti che più o meno un mese fa abbiamo aumentato di quattro pagine la foliazione.
Da questo numero ci saranno ancora quattro pagine in più e soprattutto tutte diventeranno a colori.
Questo pur lasciando invariato il prezzo di 0,50 cent di euro a copia con una specifica motivazione: in questi tempi di crisi non possiamo chiedere di più ai nostri lettori ma nello stesso tempo non possiamo sottrarci all’impegno che abbiamo preso con loro di fornire quante più notizie possibili.
È per noi certamente un sacrificio di tempo ed economico rilevante.
Ma lo facciamo volentieri e speriamo venga apprezzato.

venerdì 7 novembre 2014

Ma che
Stato
è questo?


Mercoledì sera mi ha telefonato a La Gazzetta un donna: 67 anni, abitante ad Ostia, divorziata, titolare di una pensione di poco più di 500 euro mensili. Con  grandissima dignità mi ha detto – e giovedì provato, mostrandomi il cedolino della pensione di novembre di cui ho fatto fotocopia  -  di aver ricevuto questo mese tra conguaglio Irpef, trattenute varie, acconti e quant’altro, “ZERO” euro di pensione.
Avete letto bene! “Zero” euro di pensione.
La prima cosa che ho pensato è che siamo in uno Stato inumano se questi permette ad un suo cittadino di ricevere “Zero” euro di pensione.
Poi ho pensato come farà questa donna a mangiare questo mese, a pagare le bollette, luce - gas,  il condominio, magari a comprarsi le medicine?
E ho anche pensato al sindacalista Bonanni che porta a casa oltre 30 mila euro di pensione mensile, ai vari Fiorito, Formigoni, Tremonti, Galan, – e mi fermo qui perché non ci vorrebbe un “fondo” ma l’intera enciclopedia Treccani per elencarli tutti questi ladroni – che certo, grazie alla nostra fessaggine, non hanno di questi problemi.
Infine ho vomitato.