venerdì 25 luglio 2014

Delle due
l’una…


Apprendo dai giornali, come immagino lo abbiano appreso tanti miei lettori, che Silvio Berlusconi è stato assolto in secondo grado nel processo Ruby.
Come è noto il cavaliere, o ex cavaliere, fate voi, era stato condannato in primo grado per concussione e prostituzione minorile ad una pena di 7 anni. La Corte d’Appello però ribaltando la sentenza di primo grado lo ha assolto dalla concussione perché “il fatto non sussiste” e dalla prostituzione perché “il fatto non costituisce reato”.
In altre parole se il fatto non sussiste vuol dire che manca la condotta penalmente rilevante, in questo caso la minaccia implicita ai funzionari della polizia di consegnare Ruby a Nicole Minetti invece che portarla in una comunità, come aveva ordinato il Pm dei minori: insomma, Berlusconi non avrebbe esercitato alcun tipo di  pressioni, né esplicite nè implicite.
Quanto alla prostituzione minorile, Berlusconi è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. Ciò vuol dire che il fatto è stato commesso ma che manca l’elemento soggettivo e cioè il dolo.
Tutto a posto allora?
Eh, io direi proprio di no!
La formula assolutoria infatti ha una conseguenza importante: il fatto non costituisce reato, in termini giuridici, non significa infatti che il fatto non c’è stato e ne consegue allora che tutti i testimoni che lo hanno negato hanno detto il falso e lo stesso Silvio Berlusconi che li ha istigati a mentire ne dovrebbe rispondere anche lui.
Insomma delle due l’una: o Berlusconi ha mentito sapendo di mentire oppure hanno mentito i testimoni e per questo andrebbero perseguiti.

venerdì 18 luglio 2014

Gonnelli
ti dovresti
vergognare


Ho ricevuto giovedì mattina, come presumo molti altri giornalisti, un comunicato stampa a firma di Mauro Gonnelli, esponente della Destra nel consiglio comunale di Fiumicino,  nel quale il nostro si vanta con molta enfasi ed altrettanta spocchia, di aver fatto approvare, nel corso della riunione sempre di giovedì mattina, un minuto di silenzio a ricordo delle vittime palestinesi uccise nella Striscia di Gaza dagli israeliani.
Non ho mai avuto una grande stima di Gonnelli anzi per essere più preciso non ho mai avuto alcuna stima di Gonnelli.
Una domanda però mi piacerebbe fargli: perché non ha chiesto un minuto di silenzio anche per le vittime israeliane?
Vedi, caro Gonnelli, le vittime di una guerra, giusta o sbagliata che sia, vanno tutte onorate allo stesso modo proprio perché sono vittime.
Dividere i morti di una fazione rispetto a quelli di un’altra fazione non è solo ingeneroso ma anche stupido e moralmente esecrabile.
Un bambino palestinese non è diverso da un bambino israeliano. Un giovane palestinese non è diverso da quei tre ragazzi, 16, 17 e 18 anni uccisi non da una bomba ma da una mano omicida. Una abitazione bombardata non è diversa sia che si trovi nei territori occupati o a Gerusalemme.
Il dolore non ha nè confini nè connotati.
Tutte le guerre sono sporche.
Evitiamo almeno di non insozzare  quelle vittime con comunicati stampa beceri e propagandistici.
Loro purtroppo non ne hanno più bisogno e certamente neppure noi.
Vergognati!

venerdì 11 luglio 2014

Buon sangue
non mente

 
Scriverei una bugia se dicessi di  essermi interessato a lui, eppure sono oltre  trent’anni che mi occupo, beninteso come giornalista, di politica.
Parlo di quel Cosimo Maria Ferri, esponente di Forza Italia, sottosegretario alla Giustizia, inciampato nel più classico degli autogol italioti: aver raccomandato con una serie di sms alcuni suoi pupilli di Magistratura Indipendente in odore di votazione al Consiglio Superiore della Magistratura. Per la verità conosco, o meglio conoscevo, molto meglio il padre, quell’Enrico Ferri, anche lui magistrato, vicepresidente del PSDI, che fu ministro dei Lavori Pubblici nel Governo De Mita, poi fondatore del SOLE, partito di cui si è persa traccia, infine traghettato nel Ppe, nell’Udeur di Mastella ed infine in Forza Italia di Silvio Berlusconi. Tanto per rinfrescare la memoria a chi ha i capelli bianchi come i miei: quell’Enrico Ferri che fece passare il limite di velocità a 110 km orari sulle nostre autostrade. Provvedimento poi naufragato per acclarata indecenza.
E questo ci riporta al vizietto delle raccomandazioni: il suo primogenito Filippo, fratello di Cosimo, è stato capo della squadra mobile di Firenze, prima di essere condannato in via definitiva a tre anni e otto mesi per le violenze nella scuola Diaz durante il G8 di Genova 2001. Da qualche anno Filippo è approdato al Milan, (indovinate chi ce lo ha messo?) come responsabile della sicurezza. Il secondogenito Jacopo è invece consigliere regionale della Toscana dal 2000, in quota Pdl  (anche qui indovinate chi ce lo ha messo?) .
Chiaro?
P.s. Per la cronaca i due raccomandati sono stati eletti.

venerdì 4 luglio 2014

Adesso
basta
davvero!


Ogni anno durante il periodo estivo ed almeno da maggio fino a settembre inoltrato, i giornali italiani, piccoli, grandi, quotidiani, settimanali o periodici, tv pubblica e private, sono costretti ad occuparsi di quella vera e propria mattanza sulle coste siciliane dovuta al fenomeno degli sbarchi degli immigrati clandestini.
Articoli che nessun giornalista vorrebbe scrivere o commentare, con tanti bambini e donne soprattutto, costrette ad una morte lenta, a violenze di ogni tipo, a ricatti di ogni genere, in primis quello economico. Da anni scrivo, come tutti i giornalisti del resto, che è ora di dire basta a questa ecatombe che ci offende prima di tutto come uomini e poi come italiani.
Da anni ci prospettano soluzioni che si sono dimostrare inefficaci: un maggior aiuto da parte dell’Europa, una condivisione di responsabilità da parte dei governi di quei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, controlli più severi contro questi mercanti di morte.
Personalmente da anni ritengo che questi cosiddetti scafisti debbano essere condannati a pene detentive durissime, al limite dell’ergastolo, e le loro carrette del mare non sequestrate ma affondate. Così non solo da incutere paura a questi delinquenti ma tale da procurargli un danno economico rilevante.
Questi scafisti, veri e propri assassini, vanno fermati con le buone o con le cattive.
Non è un mistero - ci sono una lunga serie di intercettazioni telefoniche delle nostre forze dell’ordine a confermarle – che se ne fottono delle nostre leggi: sanno che se verranno presi al massimo rischiano una imputazione lieve ed il ritorno obbligato in patria.
E invece no! Presi e condannati per direttissima. Senza attenuanti.