La stima? Una
questione di
opportunità
L’ ho già
scritto per il passato, per quanto può valere, e lo ripeto oggi.
A me Daniele
Capezzone ieri ex radicale della Rosa nel pugno, oggi cassa di risonanza,
sciocco e servile, di un Berlusconi al quale tutto sommato credo faccia più
bene che male, non piace.
Capezzone non
mi piaceva allora, me lo ricordo bene avendo assistito ad alcune sue conferenze
stampa, quando farfugliava di Ernesto
Nathan, sindaco di Roma dal 1907 al 1913, ebreo, mazziniano e massone, senza
capirne lo spirito politico, anzi addirittura rivoltandolo, non mi piace oggi
che non perde occasione di fornire la sua personalissima interpretazione di
trombone sfiatato per una difesa del cavaliere il più delle volte inopportuna,
controproducente, e presumo, neppure richiesta.
Un esempio?
Apprendo da alcuni giornali che Capezzone lodando l’intervento di Berlusconi a
“Domenica In” di qualche settimana fa, lo abbia definito “un modello
incomparabile, unico al mondo. di far politica…”. Peccato che solo qualche anno
prima, se non ricordo male nel 2006 o 2007, avesse definito lo stesso
Berlusconi, dopo una sua apparizione sempre sulla Tv di Stato, e sempre sugli
stessi temi, “lo sciancato di Arcore…”.
Credo allora
si tratti di una questione di stima.
Credo
anche che la stima non sia un pannicello
caldo da utilizzare quando si è malati ma una questione di opportunità sempre
reciproca e sempre basata su fatti e sui comportamenti.
Ecco è
proprio questa opportunità allora, o se volete mancata opportunità, che non me
lo fa piacere.