Quando
la testa
serve solo
a dividere
le orecchie
Uno dei più grandi, se non il più grande, attore ed autore
del nostro teatro, Eduardo De Filippo, in una sua poesia in napoletano a
proposito della “capa” (leggi testa) scrisse: “ a capa è per l’omme comme na
cabina e cumanno, c’è chi a tene a tre assi, quadrata, int’e stelle. E c’è chi a tene solo per spartere e recchie. Che
fortuna si chillo foss’io” (Traduzione: La testa è per l’uomo come una cabina
di comando. C‘è chi la tiene balzana, chi ce l’ha quadrata, chi tra le nuvole.
E chi ce l’ha solo per dividere le orecchie. Che fortuna se io fossi così).
Tutto questo lo scrivo per commentare la clamorosa topica di
Giuliana Sgrena - per intenderci la
giornalista del Manifesto legata alla morte di Nicola Calipari, il nostro
funzionario ucciso da una raffica sparata da un check point statunitense - che nei giorni scorso ha
commentato: “Non paragonatemi ai Marò,
quelli sono due delinquenti”.
Insomma la Sgrena si è sentita umiliata ad essere paragonata ai nostri due
militari italiani ancora detenuti in India. Io penso esattamente il contrario:
e cioè che è umiliante che i militari italiani siano stati paragonati a lei.