venerdì 28 febbraio 2014



Quando
la testa
serve solo
a dividere
le orecchie

Uno dei più grandi, se non il più grande, attore ed autore del nostro teatro, Eduardo De Filippo, in una sua poesia in napoletano a proposito della “capa” (leggi testa) scrisse: “ a capa è per l’omme comme na cabina e cumanno, c’è chi a tene a tre assi, quadrata, int’e stelle. E c’è  chi a tene solo per spartere e recchie. Che fortuna si chillo foss’io” (Traduzione: La testa è per l’uomo come una cabina di comando. C‘è chi la tiene balzana, chi ce l’ha quadrata, chi tra le nuvole. E chi ce l’ha solo per dividere le orecchie. Che fortuna se io fossi così).
Tutto questo lo scrivo per commentare la clamorosa topica di Giuliana Sgrena -  per intenderci la giornalista del Manifesto legata alla morte di Nicola Calipari, il nostro funzionario ucciso da una raffica sparata da un check point statunitense - che nei giorni scorso ha commentato:  “Non paragonatemi ai Marò, quelli sono due delinquenti”.
Insomma la Sgrena si è sentita  umiliata ad essere paragonata ai nostri due militari italiani ancora detenuti in India. Io penso esattamente il contrario: e cioè che è umiliante che i militari italiani siano stati paragonati a lei.

venerdì 21 febbraio 2014



La faccia come il
Fondoschiena

Adesso l’India protesta perché secondo il suo governo “l’Italia starebbe facendo ricorso all’intimidazione”.
Lo riferisce il quotidiano di Nuova Delhi, 'Times of India', citando fonti governative a proposito di alcune lettere minatorie e sembra anche una contenente un proiettile, fatte pervenire all’ambasciata indiana di Roma.
Sempre secondo il quotidiano  “il governo italiano incapace di sostenere le sue affermazioni a favore dei due marò avrebbe studiato e messo in pratica la minaccia di impaurire il personale diplomatico indiano al fine di ottenere una indebita arma di pressione sui giudici”
A me ogni commento sembra superfluo.
È proprio il caso di dire che hanno la faccia come il c…

venerdì 14 febbraio 2014



Il paradosso
dei paradossi

Adesso almeno sappiamo qual è il capo d’imputazione che viene addebitato dalla giustizia (?) indiana ai nostri due marò: terrorismo.
Una imputazione al limite del ridicolo.
Primo: perché siamo al paradosso che due componenti l’esercito italiano inviati in missione antiterroristica sono loro stessi accusati di terrorismo. Secondo perché, se fosse realistica l’imputazione, c’è da domandarsi quale sarebbe la finalità di quel presunto atto terroristico? Colpire un obiettivo militare o civile? Destabilizzare qualcuno o qualcosa? O che altro?
Insomma una idiozia bella e buona senza alcun avallo giuridico.
Io personalmente continuo a ritenere che l’India stia giocando al rialzo per ottenere una fruttifera merce di scambio dall’Italia e forse anche dalla Comunità Europea.
Vedrete.

venerdì 7 febbraio 2014



Maurizio
Falcioni
un animale
da abbattere

Un bruto anzi peggio, una bestia. Di più: un animale feroce che andrebbe abbattuto senza pietà.
Come definire altrimenti un uomo - ma è normale definirlo così?  - che si è accanito contro una povera ragazza il cui unico torto era stato quello di cedere ad un sentimento d’amore verso quell’essere ignobile che le ha fratturato a calci la mandibola e un'orbita, le ha spappolato la milza, l’ha colpita al punto di procurarle, oltre ad alcune fratture al setto nasale, al volto ed alle braccia, un vasto ematoma al cervello probabilmente causato da un calcio in pieno viso.
"Ferite devastanti - ha detto il medico che per primo l’ha curata, lui che pure di feriti nella sua professione ne ha visto e ne vede a bizzeffe - che riscontriamo  solo nei casi di gravi incidenti automobilistici".
Ecco come Maurizio Falcioni, un animale, ha ridotto  Chiara Insidioso Monda, 19 anni peraltro affetta da un lieve ritardo mentale, la ragazza che viveva con lui in uno scantinato di quindici metri quadri a Casalbernocchi.
I miei lettori sanno come la penso perché da anni lo vado sostenendo contro ogni pietismo, ogni sussulto di buonismo ed ogni giurisprudenza spocchiosa: gente come Maurizio Falcioni va giustiziata.