venerdì 31 gennaio 2014



Un tira e molla
francamente
intollerabile

Dall’inizio dell’anno ho letto sui giornali ed ascoltato in televisione, almeno sei versioni contrastanti sulla vicenda dei nostri due marò detenuti ormai da quasi due anni in India. Pena capitale o non pena capitale, ricorso ad un arbitrato internazionale, pena detentiva da scontarsi in un carcere indiano, pagamento di una congrua cifra - oltre quella già versata alle famiglie delle vittime - magari con qualche proficuo accordo  commerciale. Le ultime due: mercoledì scorso il Governo  indiano ha posposto al 25 febbraio la data per pronunciarsi sul Sua Act che come è noto prevede la pena di morte per il reato addebitato ai due fucilieri; giovedì Barroso a nome della Ue ha chiesto a Nuova Delhi di applicare “un comportamento umano”.
Personalmente continuo a pensare che questa storia abbia fatto risaltare gli aspetti peggiori della nostra politica: dall’incapacità del nostro governo a porsi come interlocutore internazionalmente credibile, all’inefficienza del nostro ministero degli Esteri, dal ruolo assolutamente inutile e sottostimato della Comunità Europea al “volemose bene” di qualcuno a favore di uno Stato, quello indiano, che calpesta come più gli pare e in barba alle convenzioni internazionali, il diritto di due militari in missione.
Non sono un’estremista né un fautore della violenza; penso che ogni disputa si possa e si debba risolvere in base ad un accordo ed al buon senso.
Ma a questo punto viene veramente da chiedersi: perché non interrompere le relazioni internazionali, ritirando gli ambasciatori e adottando misure contro i cittadini di quel paese presenti in Italia?

venerdì 24 gennaio 2014



Prendi
l’Italicum
e scendi
alla prima
fermata

A me più che un modello di legge elettorale – parliamo di quella ipotizzata, presentata e sostenuta a spada tratta da Renzi -  mi ricorda il nome di un treno.
Non a caso infatti il riferimento, seppure con la consonante finale variata da “s” ad “m”, mi riporta alla memoria la strage dell'Italicus, il treno oggetto dell’attentato terroristico compiuto nella notte del 4 agosto 1974 a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, quando una bomba ad alto potenziale esplose alle 1,23 nella vettura 5 dell'espresso Roma -Monaco di Baviera. In quell’attentato, come qualcuno ricorderà, morirono 12 persone e altre 48 rimasero ferite.
Detto questo tornando alla proposta di Renzi sulla nuova legge elettorale, appunto Italicum, a me pare che si tratti di una grandissima idiozia. O se preferite una colossale paraculata.
Vediamo perché. Primo: copia pedissequamente il Porcellum con le sue liste bloccate e il meccanismo del premio di maggioranza. Alla faccia della preferenza e del giudizio degli elettori. Secondo: favorisce smaccatamente i “grandi” partiti come Pd e Forza Italia ma penalizza totalmente tutti gli altri. E si ha un bel dire del doppio turno «eventuale»: se prendi il 35% diventi maggioranza con il premio, altrimenti ballottaggio fra le due coalizioni più votate. Terzo, ma non ultimo: consegna alle segreterie dei partiti tale e quale l’intero sistema delle scelte dei candidati.
Renzi nel proporlo lo ha contrabbandato come il modello spagnolo riadattato e confezionato “su misura” per la politica italiana.
Nulla di più falso!
La differenza sostanziale è che in Spagna vi sono solo tre partiti nazionali e alcuni partiti regionali mentre qui da noi alle ultime elezioni politiche i partiti in lista erano trentanove.
Insomma come lo ha definito il più grande politologo italiano Giovanni Sartori “quello di Renzi è un pastrocchio che più pastrocchio non si può e che finge di cambiare quello che non viene cambiato”.

venerdì 17 gennaio 2014



Se il
buongiorno
si vede dal
mattino…

Non siamo tra quelli che lo avevano aprioristicamente bocciato.
Anzi per lui, Ignazio Marino, così come per tanti altri, ci siamo attenuti al principio ”prima di giudicarlo vediamo cosa è capace di fare”.
Solo che adesso volerlo difendere diventa oltremodo  difficile.
Passi per Liporace, l’ex capo dei vigili urbani nominato pur senza avere i requisiti di legge, ma ricadere nell’errore di affidare la presidenza dell’Ama a chi, come nel caso di Ivan Strozzi, è invischiato in una condanna in Sicilia per traffico di rifiuti, è davvero il colmo.
E non basta dire come ha fatto Marino: “ha tradito la mia fiducia”. Quella fiducia non doveva mai essere concessa.
E’ anche vero che Marino in prima persona c’entra e non c’entra: caso mai sono i suoi collaboratori ai quali toccava il compito di accertarsi di eventuali disfunzioni, i veri colpevoli, ma un primo Cittadino si vede e si valuta anche da chi si attornia.
Ecco che allora il nostro giudizio per Marino, per quello che vale ovviamente, non può essere positivo.
Un vero peccato!

venerdì 10 gennaio 2014



Non voglio
pensar
male ma…

Non so quanti lettori di questo settimanale ci abbiano fatto caso ma, diciamo più o meno negli ultimi sei mesi, da quando cioè sono stati estirpati dal territorio lidense i vari Fasciani e compagnia cantando, gli episodi di microcriminalità sono aumentati in misura rilevante rispetto ai dati che avevamo registrato per il recente passato.
Ad esempio tra novembre e dicembre si sono verificati oltre venti  rapine a supermercati e piccoli negozi, mentre gli scippi sono praticamente raddoppiati e gli stessi istituti bancari non sono scampati ad un fenomeno che sarebbe troppo semplicistico liquidare come un segno, degenerativo, dei tempi grami in cui ci dibattiamo.
Cosa sta a significare tutto questo?
Non che mi auguri che quei signori ai quali accennavo prima vengano rimessi in libertà dalle patrie galere nelle quali si trovano ma evidentemente c’è una relazione tra la loro presenza sul territorio e lo svilupparsi di tendenze di criminalità spicciola.
Ricordo che una volta uno di loro in una conversazione privata mi disse: “non dico che le autorità debbano ringraziarci ma quanti crimini evitiamo…”

venerdì 3 gennaio 2014



Ecco perché
i saldi
sono così
importanti

Non credo che la ripresa che interessa le famiglie italiane si possa vedere da quante auto si vendono in un anno oppure dal rilancio del settore siderurgico o quant’altro.
Certo si tratta di parametri importanti di cui tener conto ma che non rappresentano, se non in una scala di grandi numeri, la misura in cui un Paese cresce e si avvia sulla strada del rilancio.
Credo invece che siano i mercati, cosiddetti minori,  come quelli dei saldi che ci danno valutazioni se una famiglia può o non può spendere, ad indicarci come ed in che misura possiamo sperare che la crisi nera che abbiamo vissuto in questi ultimi cinque anni sia alle nostre spalle.
Ecco perché il mercato dei saldi è importante.
Da come andranno riusciremo a capire se affollando i negozi gli italiani confermeranno che i soldi cominciano a girare attivando un mercato che coinvolge un po’ tutti: dai commercianti agli acquirenti, dai produttori ai destinatari finali.
Ecco perché io spero vadano bene.
Vuol dire che forse qualcosa si muove.