venerdì 27 marzo 2015

Hanno vinto
i soliti noti


Sono convinto che le dimissioni di Tassone siano la conseguenza della sua battaglia, adesso si capisce perduta,  contro i soliti noti che per anni hanno sfruttato, in tutti i  sensi, questo territorio.
Non posso infatti pensare che siano state le critiche insignificanti di Augello sulla sede dei vigili urbani, a farlo lasciare né le contestazioni sulle iniziative sul lungomare. Non esistendo, fino a prova contraria, neppure uno straccio di testimonianza di una sua iscrizione nel registro degli indagati  - che se fosse vero bisognerebbe mandare a casa il novanta percento della nostra classe politica nazionale -  non mi convince neanche questa tesi.
Credo invece che Tassone abbia mollato perché si è reso conto di avere contro i poteri forti di questo territorio con i quali è entrato in conflitto attuando iniziative, condivisibili o meno, ma che portate avanti sarebbero entrate in contrasto con troppi interessi di bottega.
Tassone in altre parole con queste dimissioni si è tirato fuori da un gioco al massacro che lo avrebbe visto irrimediabilmente perdente.
Certo c’è da considerare che gli assenti hanno sempre torto, che la storia insegna  - vedi Amendola con Mussolini  - che ritirarsi sull’Aventino alla fine avvantaggia solo la controparte, che lasciare è comunque sinonimo di sconfitta. Ma è altrettanto certo che per voler imitare gli Spartani alle Termopili ci vorrebbe un altro Leonida.
Un ultima considerazione: adesso che i giochi sono fatti, tutti questi soliti noti hanno ora la responsabilità di aver mandato a  puttane  - lo ripeto nel bene o nel male – un progetto politico.
Non penseranno mica di continuare a fare il bello ed il cattivo tempo?

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